Heaberlin Julia - 2015 - Chi ha ucciso mia sorella by Heaberlin Julia

Heaberlin Julia - 2015 - Chi ha ucciso mia sorella by Heaberlin Julia

autore:Heaberlin Julia [Heaberlin Julia]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788822719362
Google: j4RTDwAAQBAJ
editore: Newton Compton
pubblicato: 2018-09-19T22:00:00+00:00


35

«Finestre e specchi», sta mormorando Carl.

Siamo di nuovo all’hotel e Carl, dopo la visita con la dottoressa Blumstein, sembra non essere più interessato a setacciare il suo oro nella padella forata rubata alla signora T. Barfly è accucciato sotto il tavolino, con il naso appoggiato su uno stivale di Carl, un’abitudine ormai.

«Non sono crudele, solo sincera», recita Carl, «Sylvia Plath. La campana di vetro».

Lo guardo in silenzio, senza sapere se si aspetta una mia reazione. Gli incroci dei graffi sul tavolino sembrano un tris per malati di mente. Spero di poter rimediare al disastro con un prodotto che ho trovato in un supermercato vicino all’ospedale, mentre Carl era impegnato con la Blumstein.

Il sole sta calando, oltre la barriera delle finestre.

«Non metterò gli specchi a posto prima di domattina», lo rassicuro. «Posso chiudere le tende se la luce ti dà fastidio».

Carl ha detto a malapena due parole nelle due ore prima tranne un commento sprezzante su un ritratto sgranato di Frank Sinatra in ascensore. Gli ho chiesto della visita e lui è rimasto sul vago, come se la tac e il colloquio fossero soltanto frammenti di un sogno.

«Sto parlando di fotografia», dice Carl. «Sono sia specchi che finestre. La storia che raccontano i fotografi e le infinite interpretazioni degli spettatori. Lo scatto perfetto vive. Respira. Si espande. La gente crede che la musica sia il linguaggio universale. Ma si sbaglia. È la fotografia».

Quest’ultima frase è quasi una citazione esatta della prefazione del suo libro. Devo dirgli che so esattamente di cosa sta parlando? Che ho passato notti interminabili nel letto, persa nel suo mondo in bianco e nero? Che sono andata su e giù cavalcando le onde grigie davanti alla spiaggia di Galveston insieme a Violet? Che ho giocato con le sue piccole Due Mary chiusa dentro un armadio? Mi farebbe sembrare una disadatta, come lui.

La fotografia di Rachel è ancora accanto alla lampada. Mi impongo di prenderla e depositarla sul tavolino proprio davanti a lui. «Parlami di questa».

«Non l’ho scattata io».

«Dimmi soltanto che storia racconta lei».

«Questa ragazza desidera con tutto il cuore di essere da un’altra parte».

«Che cosa dice Walt di lei?»

«Walt dice che è davvero triste che sia morta. Dice che le fotografie come queste non dovrebbero esistere».

Con un movimento furioso del braccio Carl getta tutto il suo bottino sul pavimento. Barfly alza il capo e decide che è meglio rimanere al suo posto.

Cammino fino alla lampada, barcollando un po’, e rimetto a posto la foto di mia sorella. Mi chino per raccogliere le pietre, per non fargli vedere le mie lacrime ma poi cambio idea. Apro la mano e lascio cadere le pietre nuovamente sul pavimento.

«Raccogli il tuo oro, Carl. Ordina da mangiare. Non mi disturbare per il resto della notte. Vieni, Barfly». Quando sono oltre la porta cerco di tornare a respirare regolarmente e fermare le lacrime. Tiro il dado fuori dalla tasca e lo getto sul tappeto tante volte fino a quando non mi mostra il mio numero fortunato, il tre. E poi il numero fortunato di Rachel, il sei.



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